La Tosca non è una persona, ma una cagnetta graziosa delicata, con il pelo lungo bianco macchiato di nero.
Apparteneva a Banchetto, il contadino in fondo a via Benucci.
Prima della Tosca, Banchetto aveva un altro cane di nome Barein.
Barein aveva il pelo rosso corto, e, pensandoci, penso assomigliasse a Pluto dei cartoni animati.
Doveva essere un giocherellone, vivace e buffo. Si era integrato nella comunità della via ed era amico di tutti. Quando mia mamma, dalla porta di casa chiamava: "Miro ven a magne" Barein dall' aia spiccava una corsa e alla curva della via Cupa arrivava in via Benucci slittando sul selciato.
Fu soppresso, molto probabilmente si era ammalato. Per un pò non lo vidi. Seppi quando venne eliminato! Che dolore vederlo immobile a terra lui che correva e saltava sempre, e che dolore pensare che si potesse sparare volontariamente ad un essere vivente!
Banchetto prese un altro cane, anzi una cagnetta, La Tosca. Dolcissima, elegante, educata, una vera signorina. Banchetto la teneva bene, ma lei faceva spesso tappa in casa mia per un tozzo di pane. Apriva la porta con la maniglia, aspettava di essere invitata, entrava mangiava un tozzo, una zuppa, un pò di latte poi se ne andava.
Fu venduta ad un contadino che stava ai Barberini, o alla Marecchia, oppura vicino a Passananti, non so. Qui la Tosca non stava bene, pativa la fame. Tutte le sere, da novembre a primavera, veniva a farci visita. Neve, pioggia o vento, verso le otto di sera eccola apriva la porta aspettava e solo se chiamata entrava. Mangiava sempre qualcosa, poi si sdraiava sotto la tavola a godere un pò di calduccio. Ristorata si metteva davanti alla porta, usciva faceva "bau bau" per accomiatarsi e tornava alla sua vita da cane in una casa che nulla le dava.
La storia durò alcuni anni, sempre d' inverno la Tosca veniva a trovarci sicura di avere buona accoglienza.
Ci accorgemmo che aspettava dei cuccioli. La pancia cresceva e l' inverno si avvicinava. Era già novembre avanzato che smise di frequentarci. Sicuramente erano nati i piccoli.
Passarono alcune settimane, quando una sera ricomparve! Povera cara Tosca! Allattare i piccoli e non avere sufficiente cibo l' aveva sfinita. il pelo sporco di fango stava a dire che non aveva neppure una stalla dove stare con la cucciolata.
Camminava adagio, e gli occhi languidi cercavano amore. La rifocillamo bene latte caldo pane, anche i vicini, commossi, contribuirono al suo ristoro.
Sotto il tavolo ci stette parecchio, Avremmo voluto tenerla con noi, ma pur sfinita aveva i piccoli così si preparò a tornare via.
Mio babbo indignato scrisse un biglietto ai padroni dell' animale e lo infilò nel collare dell' animale, bene in vista. Doveva essere pesante ciò che aveva scritto perchè la Tosca non la vedemmo più! La tennero sempre legata alla catena.
Venni a sapere che aveva cambiato padrone e questo la trattava bene.
Cara e dolce Tosca, mi facevi compagnia e noi ti aspettavamo sempre. Ti volevo bene eri dolce, educata. Dopo che sono nati i cuccioli sei diventata una vera "signora" non più una signorina! Sei un caro ricordo che porto con me e mi commuove!
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