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martedì 4 maggio 2010

Fedora

Fedora e Adriana




Sono orgogliosa di essere la nipote della Fedora! Era una persona dolcissima, intelligente e simpatica.


Da giovane era molto bella, ed aveva anche dei corteggiatori. Purtroppo al culmine della gioventù si è ammalata di tubercolosi ossea in seguito alla quale ha trascorso vent' anni in sanatorio, al Forlanini di Roma!
Quando è tornata a casa era guarita dall' infezione tubercolare ma i segni della sofferenza erano marcati sul corpo e anche nell' animo.
La crudeltà con cui la malattia ha infierito su di lei è stata violenta, senza nemmeno darle il tempo di mostrare il fiore dei suoi vent' anni, le ha portato via l' avvenenza e la freschezza del suo fisico. Forse era per questo che si vestiva stranamente, con tre o quattro  sottane di lunghezze diverse, sempre con le ciabatte,  i capelli grigi che non stavano mai raccolti e la borsetta piena di cose sempre con se.
Le ferite dell' animo sicuramente c' erano, ma lei non era solita mostrarle a nessuno nemmeno a me. Anzi aveva sempre un piglio di ironia che la rendeva unica e simpatica.


Quando la sorella Adriana, morta tanti anni fa giovane, mamma di Franco Vicini,  lei  per Franco è diventata la  nuova mamma. Era rimasto orfano del padre quando aveva solo sei anni, quindi è stato giusto che la Dora si prendesse cura di lui. 


Da bambina mi raccontava le favole che non erano le storie dei fratelli Grimm o Perrault. Le sue fiabe erano originali come lei, nessuno le conosceva. Una fiaba raccontava la storia di una bambina che voleva una bambola bellissima, però non poteva comprarla perchè era povera. La mamma con fatica acquistò una bambola molto meno bella, ma era quanto poteva fare. La bimba la rifiutò e la ruppe con rabbia. Per questo fu punita con un incantesimo. Solo quando tornò a raccogliere i pezzi della bambola venne liberata e dopo avere ringraziato la mamma per quel regalo le venne data la possibilità di avere anche quella che desiderava. E' vero dobbiamo sempre apprezzare ciò che abbiamo per aspirare ad avere di più, la Fedora me lo ha insegnato:


Amava leggere; leggeva autori come Tolstoj, Hugo, Manzoni ecc....! Così col suo esempio  io stessa ho goduto di  queste letture. Le piaceva la lirica, conosceva molte opere; una tradizione di famiglia era così mio babbo, il nonno Vincenzone, Giannetto, e la Viviana. Ascoltava volentieri Pavarotti.


Dopo la malattia è stata a Roma dove faceva la dama di compagnia a famiglie importanti come gli Escobedo. 
Mi raccontava che aveva lavorato presso una famiglia di origine finlandese. La signora, a detta della Fedora, metteva i figlioletti a dormire fuori dentro un sacco a pelo nelle notti invernali. Pare dovessero abituarsi a tutte le temperature! Io non volevo crederci e pensavo che quei genitori dovessero essere sicuramente suonati!!!!


Le volevo molto bene, era dolce con me.


Faceva dei centri bellissimi, con i ferri e il filo fino. Veri capolavori nonostante un tremore continuo le rendesse le mani insicure. Ci scherzava sul suo tremore e diceva: "quando bevo la metà va fuori". Ma non si lamentava. Altri al posto suo si sarebbero fatti compiangere, ma la Fedora no, era dignitosa!


A Casalecchio, dove vivevo, nel '90 cadde un aereo militare su una scuola. E' stata una tragedia tremenda. Morirono 16 ragazzi, una classe intera. Successivamente, quando andai a trovarla volle sapere dei particolari, ma all' ascolto del mio racconto cominciò a piangere, non riteneva giusto che dei ragazzi giovani fossero morti mentre lei già anziana era ancora viva!


Cara zia Fedora! com' eri sensibile alla gioventù. Forse eri così perchè  non hai goduto i tuoi vent' anni, ti sono stati rubati! 
                          sei grande!

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