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sabato 22 maggio 2010

La Gina

                                                                                                                                           


10 maggio 2010




Sono appena tornata da S. Agata e ho appreso che la Gina Marani, la mia vicina di casa non c' è più!
Mi è dispiaciuto molto.


L' avevo vista alcuni anni fa, non molti e come sempre stava lavorando all' uncinetto senza occhiali. Sempre vispa, attenta, mentre sferruzzava chiaccherava senza quasi guardare il lavoro. 
A veglia, in casa sua andavano tante persone, le accoglieva tutte. Così la sera, particolarmente in inverno, tante signore, tra una chiacchera e l' altra sferruzzavano i loro lavori.


Ricordo una donna possente, forte, penso non avesse paura di nulla. Il marito Mario invece era più minuto ed era famoso per un suo intercalare: "bestia del dievle e tera di poll". Questa frase era famosa e spesso mia mamma lo chiamava proprio "bestia del dievle". Mario segava la legna nella stalla, vicino alla botte del vino. Quando tornava a casa diceva con mia mamma: "ho fat na buta e na sgeta adesa a stag mej". Mi piaceva era simpatico.


Erano venuti ad abitare in via Benucci da S. Donato. Una famiglia numerosa, sette figli. 
Grandi lavoratori entrambi. Avevano un appezzamento di terra alla Ripa, sotto la rupe del cimitero, dove coltivavano di tutto: cereali, ortaggi, frutta. Nei giorni estivi alle due del pomeriggio, sotto il sole bollente, si incamminavano verso il campo, lontano da casa. Percorrevano uno stradello campestre accidentato e tornavano all' ora di cena. Quanta fatica, quanto sudore! Li vedevo tornare all' imbrunire stanchi ma non arrabbiati. E dopo mangiato trovavano anche la forza di dire il rosario!


La Gina ha sempre lavorato a maglia! Credo che se si potessero mettere in fila tutte le maglie che ha fatto si potrebbe fare uno sciarpone lungo lungo per avvolgere la terra all' equatore! Faceva anche bellissimi pizzi. Per tutti i suoi figli ha confezionato  coperte con l' uncinetto, sette coperte che con pazienza ha donato ai  figli che adorava.


Quando è nata mia figlia Elena,  mentre aspettavo di andare in clinica, venne da me. Mi lamentavo molto, il dolore era grosso, mi disse: "stai per essere mamma avrai ancora più dolore fatti forza"! Aveva ragione sia nell' immediato che nel futuro: avere figli è una grande gioia, la più grande, ma è intrisa di dolore, ansia, preoccupazione per sempre!


E' stata una cara persona, buona vicina. La ringrazio perchè ha aiutato molto mia mamma all' inizio della sua malattia quando io non riuscivo a portarla con me. 
Grazie Gina e Mario di avere percorso un pò di vita anche con me. Vi ricorderò sempre con tanto affetto!




NB:
Non avendo al momento un ritratto della Gina ho messo l' immagine della via Benucci dove abbiamo vissuto.

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