Quante cose mi hanno lasciato i miei genitori Anita e Miro!!!
Sopratutto l' onestà di cui sono molto fiera.
Non mi hanno insegnato ad avere pregiudizi verso gli altri anzi, mi hanno fatto capire chi era divero da me o da noi.
Loro avevano un buon matrimonio, con tanta complicità.
La Bottega di mio babbo,posta in fondo alla via Benucci ( la via dluspidel), negli anni cunquanta e primi sessanta, era un fulcro per il paese. Veniva tanta gente nell' officina meccanica sia per aggiustare i veicoli che per gingillare in giro e poi raccontare barzellette. Erano forti a raccontare barzellette i miei genitori, tenevano banco con tanta gente attorno. Nei pomeriggi estivi giù nella bottega si svolgeva un salotto popolare inneggiante alle risate. Anche in casa venivano tante persone; qui si parlava di altre cose ma le barzellette c' erano sempre. A mio babbo piaceva narrare avvenimenti di paura com fantasmi, cani con occhi rossi e lingua di fuoco, strani individui avvolti da pastrani che vagavano nelle strade di notte. A tali racconti spesso erano presenti i ragazzi della bottega e anche mio zio Livio che voleva bene a Miro. Però costoro erano impressionabili, specialmente Livio che dopo andava dalla morosa che stava a Capannello e, per la paura, faceva tutto di corsa; era giovane e forte, ma correre così!!!
Mi ricordo i tempi di Bartali e Coppi. Noi avevamo la radio e nel periodo del giro d' Italia la casa si riempiva di gente che si sedeva anche sugli scalini che portavano in soffitta. Poi i dabattiti per i due grandi: chi era per Coppi chi per Bartali ma le discussioni erano accese ma rispettose.
Mio babbo aveva la peculiarità di raccogliere gente ubriaca. Non scherzo quando andava a chiudere la bottega spesso vedeva qualcuno barcollante che tentava di andare verso Sa Donato o Maiano, non c' erano mezzi si andava un pò a piedi e un pò camminando, lo portava a casa e cercava di fargli passare la sbornia. Una volta trovò uno caduto su un mucchio di neve a bocca in giù, aveva perso conoscenza, ma Miro lo raccolse lo portò a casa, lo scaldò e lo rimise in piedi per tornare a casa. Gli fu molto grato veramente, purtroppo non so chi sia!
Un' altra volta al lunedi di Pasqua, c' era un tal Remigio, che, ragazzo giovane, aveva bevuto assai. Lo portarono in casa e Remigio nei fumi dell' alcool raccontava le storie della sua morosa cantando a squarciagola. Lo ricordo bene era una comica. Non descrivo cosa è successo nel tentativo di farlo tornare sobrio la casa era un lago di vari liquidi!!!!!!
Il punto di svago, per Miro, era la bottega di Manzi Domenico, Padre della Giovanna. la bottega era un emporio (empirico): c' era l' osteria, i generi alimentari, la verdura e la televisione. Il negozio era sempre un via vai di gente. Qui alla sera giocavano a briscola e mio babbo era bravo e vinceva spesso. Poichè non era un bevitore, con la posta vinta comprava una saponetta oppure il borotalco. Manzi con una cartolina mandata a mia mamma, le disse che quanto prima sarebbe arrivato un camion di talco, così per fare prima anzichè un abusta alla volta. Era una presa alla fortuna o bravitù del mio Mirone.
Miro era molto intelligente e curioso, autodidatta, leggeva sempre di tutto, poteva discutere su qualsiasi argomento, ne sapeva tanta, per fortuna mi ha lasciato la sua curiosità e la voglia di sapere.
Quando andò militare, da richiamato, lo mandarono a Udine assieme a Masini, il padre del dottor Masini. Erano già amici ma nell' occasione lo divennero ancora di più. Il Sig. Masini mi ha raccontato che un giorno i mezzi dell' esercito non partivano, non si mettevano in moto. L' Ufficiale era costernato, ma Masini gli propose di rivolgersi a Vicini Wladimiro, e così fu fatto. Mio babbo fece tappare con degli stracci il tubo di scappamento, poi ordinò di dare gas! Uscì un fumone nero, fitto e puzzolente, ma i camion si misero in moto. In merito a ciò il Colonnello prese in considerazione Miro e il suo amico Masini.
Quando ero piccola, i momenti più belli passati con Loro erano le sere d' inverno, quando fuori era freddo o nevicava oppure soffiava forte il vento. Noi dopo cena, con la compagnia dell' Ida Paci, stavamo tranquilli in casa mio babbo vicino alla stufa. mia mamma alla macchina da cucire e la Ida seduta li vicino. Allora io chiedevo se mi raccontavano le "storie dei tempi antichi". Che bello!!! Cominciava così la cronaca dei tempi di guerra, quando c' erano i tedeschi e le paure che facevano prendere. Poi c' erano gli Inglesi e le truppe di colore con il turbante! Attorno a loro si accendevano storie liete ma anche drammatiche. Durante la guerra c' era miseria ma spesso mi veniva detto che le persone erano molto solidali e vicine, si aiutavano come potevano anche con quattro risate.
Che dolci ricordi! Quanta nostalgia!
Purtroppo non ci sono più da tempo. Ma il ricordo che hanno lasciato è buono bello, per me gratificante!!!
Babbone ho voglia di vederti! stammi vicino! Prega per me!
La tua Lucia
* le foto sono della bottega e dalla via Benucci
* le foto sono della bottega e dalla via Benucci
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