La via Benucci, detta anche via dl' uspedel, è il luogo che mi ha visto crescere.
Era una strada un pò speciale, piena di vita con tanti bambini che giocavano fuori sempre, estate ed inverno.
I miei ricordi in proposito sono tanti, legati soprattutto alle persone che animavano il palcoscenico della stada.
Eravamo tanti bambini, in via Benucci! Un' estate siamo arrivati ad essere in 35!
C' ero io, la Rita Sampaoli, La Rosaria di Banchetto e i suoi fratelli, la Wally e Luciano, la Giannina, la Gigliola, Elena e Maria Balchesini (Elena cuoca dei tre castagni), le sorelle Marani, Maria e Anna coi fratelli, Aurea col suo magico giardino e altri ancora che al momento non ricordo. In estate arrivavano da fuori come i fratelli Guidi, ma di origine Santagatese. Di loro ricordo bene Giuseppe, sempre sporco di motori perchè stava a bottega da mio babbo meccanico. Giuseppe ho avuto modo di rivederlo varie volte a Bologna.
Facevamo tanti giochi: palla, corda, cu (nascondino),fabbricavamo giocattoli con i sambuchi si spaccava un bastoncino a metà si svuotava della polpa e veniva una barchetta, col fango, con le foglie di pannocchia e tanto ancora. Quando c' era qualche mucchio di sabbia era una lott fra maschi e femmine. I maschi facevano le piste per giocare coi tappi delle bibite, fingendo che fossero automobiline, ma noi, le femmine, guastavamo tutto. Come doventavano cattivi!!!!!
Il gioco della palla era una vera gara. Si giocava cerinoceronte, una filastrocca per far rimbalzare la palla contro il muro, con giri e piccole acrobazie. Eravamo bravissime noi femmine!!! Il salto della corda era un' altra abilità in cui eravamo maestre. Però giocare con le bambole è sempre stato il divertimeto preferito. Avevo diverse bambole, altri giochi non mi piacevano, ma fantasticare con le bambole per me era il massimo.
Una grossa attrazione era lo scalino dellla Teresa Borghesi, grande juventina. Il suo scalino, ampio, comodo, era l' ideale per giocare a sassi (cinque sasseti da lanciare uno alla volta e raccogliere quelli a terra). L' ora preferita erano le due del pomeriggio quando la Teresa andava a fare il pisolo. Giocare sotto la finestra per lei era davvero urtante!!! Allora veniva sul balcone con un vaso da pipì pieno d' acqua la spruzzava sotto, noi pensavamo fosse........
Nelle sere estive, col cielo stellato, via Benucci era magica!
Nella bottega mio babbo saldava e la luce blu illuminava la starda per pochi attimi ma era sufficiente per avvertire una magia di luce.
Le donne stavano sedute fuori a chiaccherare, i bambini giocavano a "cu" con grida schiamazzi corse, gioia.
Gasperoni affilava la falce fienaia seduto sulla strada e il ticchettio dei sui strumenti dava il ritmo.
Banchetto faceva la mungitura della sera, il latte appena munto era pronto da portare nelle case il mattino dopo.
Col grano maturo arrivavano le lucciole e si accendeva un nuovo incanto. In fondo alla via, dove iniziavano i campi, il brulichio di piccole luci intermittenti diventava uno spettacolo meraviglioso!
Le stelle erano scintillanti, non c' era foschia o smog! Si vedeva la Stella Polare guardando verso San Giovanni a Nord, la via Lattea, le altre stelle vivide sembravano voler cadere su di noi, così come un dono di Dio!
Quanta emozione sento ancora!
D' inverno arrivava la neve! Che gioia!
Non avevamo slittini, bob, sci, per scivolare usavamo cartoni che però si consumavano in fretta. Non usava nemmeno avere dei calzoncini o calzamaglie, quindi quante graffiature sulle cosce!
Si faceva la rotta a mano coi badili, poi si spargeva la cenere della stufa per non scivolare. Le rotte erano strette, ma che gusto camminare sulla neve!!!
Dai cumuli di neve facevamo le grotte scavando coi badili, ma il giorno dopo diventavano pericolose. Quando nevicava era bello girare per le strade incantate, silenziose, ovattate, fatate! Ci si bagnavano le scarpe poi per asciugarle le infilavamo nel forno della stufa. Mi è ance capitato di rinsecchirle!
La notte muggiva il vento, io a letto, la luce sul comodino e un giornaletto da leggere, mi facevano assaporare il calduccio delle coperte calde. Stavo bene, protetta dalla mia famiglia!
Alla primavera arrivavano le rondini. portavano allegria coi loro gridi. Volavano alte e da via Benucci le vedevamo volteggiare intorno alla rocca, tutto il giorno.
Andavamo a raccogliere le violette al "mungello", un boschetto bellissimo, circoscritto ma pieno di meraviglie. Ci crescevano anche alcuni tipi di orchidee "la scarpetta di venere", primule, mammole, giunchiglie! Il profumo delle giunchiglie è quanto di meglio ci possa essere, è un fiore unico nella sua bellezza, portatore di novità, rinascita. Amo le giunchiglie!
L' arrivo della primavera era annunciato dalla fioritura del mandorlo della Palottina. Dalla mia finestra si vedeva bene e appena fioriva mia mamma mi chiamava con stupore: "E' fiorito il mandorlo, vieni a vedere!!!" Si vedeva una nuvola bianca in mezzo alla campagna ancora brulla ma già palpitante di vita.
Di sera sentivo anche le raganelle dai borri. Il loro gracidio era allegro, piacevole. Nel buio della sera non ti sentivi solo.
Non si deve vivere di ricordi, anzi lo sguardo deve andare avanti. Ma come è piacevole ripensare alla via Benucci, unica e meravigiosa.
La notte muggiva il vento, io a letto, la luce sul comodino e un giornaletto da leggere, mi facevano assaporare il calduccio delle coperte calde. Stavo bene, protetta dalla mia famiglia!
Alla primavera arrivavano le rondini. portavano allegria coi loro gridi. Volavano alte e da via Benucci le vedevamo volteggiare intorno alla rocca, tutto il giorno.
Andavamo a raccogliere le violette al "mungello", un boschetto bellissimo, circoscritto ma pieno di meraviglie. Ci crescevano anche alcuni tipi di orchidee "la scarpetta di venere", primule, mammole, giunchiglie! Il profumo delle giunchiglie è quanto di meglio ci possa essere, è un fiore unico nella sua bellezza, portatore di novità, rinascita. Amo le giunchiglie!
L' arrivo della primavera era annunciato dalla fioritura del mandorlo della Palottina. Dalla mia finestra si vedeva bene e appena fioriva mia mamma mi chiamava con stupore: "E' fiorito il mandorlo, vieni a vedere!!!" Si vedeva una nuvola bianca in mezzo alla campagna ancora brulla ma già palpitante di vita.
Di sera sentivo anche le raganelle dai borri. Il loro gracidio era allegro, piacevole. Nel buio della sera non ti sentivi solo.
Non si deve vivere di ricordi, anzi lo sguardo deve andare avanti. Ma come è piacevole ripensare alla via Benucci, unica e meravigiosa.
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