Il mio lavoro non era solo riferito alla polizia stradale, anzi, questa era solo una parte. C'erano tanti e diversi compiti da svolgere come ad esempio le notfiche degli atti, ricerca di informazioni di vario genere, accertamenti su esposti e reclami.
Un giorno all' inizio dell' estate all' incirca nel 1980, mi recavo in via Garibaldi, per motivi di ufficio, in una villa d' epoca dove abitava una signora che conoscevo di vista.
Suonai il campanello, al tiro dissi: "Polizia Municipale!" "Salga" fu la risposta. Salii una scaletta e arrivata alla porta uscì la signora che mi abbracciò forte cominciando a piangere!
Cosa stava succedendo! Improvvisamente senza parlare la signora mi abbracciava, piangeva, implorava cosa non so. Un attimo di disorientamento, e subito le chiesi se si sentiva bene. "Si sto bene, ma è da tanto tempo che desideravo abbracciarla e stringerla a me!" disse.
Ancora non capivo, quindi la invitai a spiegarsi meglio.
Mi raccontò tra le lacrime di avere perso una figlia all' età di diciassette anni, alta bionda, occhi azzurri e sembrava che io le somigliassi molto. La signora disse che ogni volta che mi vedeva per strada il cuore si stringeva, vedeva in me chi prematuramente l' aveva lasciata!
Piangeva e parlava e mi accarezzava il viso, le mani. Voleva sapere che età avevo, giusto come la figlia. Mi chiedeva se avessi studiato e come fosse stata la mia giovinezza. Poi volle sapere se ero sposata, avevo bambini, ma quando raccontai della mia famiglia le lacrime scendevano ancora più copiose: "anche mia figlia avrebbe potuto avere dei figli, un marito, una casa, invece non ha avuto nulla".
Feci fatica a calmarla ma con le parole giuste riuscii ad avere un colloquio più sereno.
Allora seppi che la ragazza dopo un' influenza che non voleva guarire venne ricoverata ma purtroppo qualcosa non andava bene e non ce la fece. Mi fece vedere dove si era misurata l' altezza poco prima di ammalarsi, 170 cm proprio come me. Vidi le foto, era davvero bella! Anche la stanzetta era rimasta uguale, con le cose di una adolescente degli anni sessanta.
Il lavoro doveva continuare. Ero stata con la signora più di un' ora. Non trovavo la maniera di congedarmi, mi sembrava che andando via le procurassi un nuovo dolore.
Venimmo ad un accordo: ogni volta che ci fossimo viste ci saremmo salutate come una mamma fa con la figlia.
Non vidi più la signora. Seppi poi che non stava bene.
Una mamma è mamma sempre. L' amore che ha nel cuore non finisce mai. Non tollera la morte di un figlio dopo avergli dato la vita!!!!!!
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